Riflessi della guerra nelle letterature europee 1914-1918. Il Convegno Internazionale di Studi sulla Prima Guerra Mondiale a Giovinazzo
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- Ultima modifica il Martedì, 13 Gennaio 2015 19:01
- Pubblicato Sabato, 03 Gennaio 2015 07:04
- Scritto da Redazione
Comunicato stampa
Riflessi della guerra nelle letterature europee 1914-1918. Il Convegno Internazionale di Studi sulla Prima Guerra Mondiale a Giovinazzo
I prossimi 15 e 16 gennaio avrà luogo a Giovinazzo il Convegno Internazionale di Studi dedicato al centenario della Prima Guerra Mondiale. La manifestazione rientra nell'iniziativa più generale lanciata dal Comitato storico-scientifico per gli anniversari di interesse nazionale istituito con D.P.C.M. 6 giugno 2013 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il centenario della grande guerra è stato scelto come anniversario prioritario di rilevanza: il Comune di Giovinazzo ha scelto di collaborare con L’Università “Aldo Moro” di Bari e con l’Institut Français (direzione culturale dell’Ambasciata di Francia) per offrire una panoramica meno “scontata” sull’evento della Grande Guerra ponendo l’attenzione sui riflessi che questa comportò nelle Letterature Europee. Il Convegno si terrà nella Sala Marano dell’Istituto Vittorio Emanuele II e coinvolgerà in particolar modo: gli studenti dei corsi di Lettere dell’Università di Bari; i dottorandi di ricerca; gli studenti del liceo classico-scientifico “Matteo Spinelli” di Giovinazzo che per l’occasione hanno avuto modo di seguire alcune lezioni tenute da docenti universitari in preparazione proprio al Convegno Internazionale che si celebrerà a breve. Interverranno illustri docenti italiani e francesi (Université de Paris IV – Sorbonne), la partecipazione dà diritto al conseguimento di crediti formativi.
Di seguito l’Abstract del Convegno:
A pochi mesi dalla rivoluzione musicale e artistica provocata con tanto clamore dalla Sagra della Primavera (Stravinsnkij-Diaghilev, 1913), non fu sugli Champs-Elysées ma su tutt’altro teatro, in un inferno mai prima di allora immaginato, che si verificarono gli avvenimenti significativi che segnano il limitare del XX secolo. La Grande Guerra, nella sua devastazione, fu un evento a tal punto nuovo da far temere, a posteriori, la scomparsa della civiltà europea. Nelle due famose lettere sull’Europa, pubblicate nel ’19 con il titolo La crisi dello spirito, Paul Valery misurava il rischio che la civiltà europea aveva corso, di scomparire e scriveva: “Ora sappiamo che le nostre civiltà sono mortali.”
A un secolo di distanza gli storici hanno addotto spiegazioni che collegano la Prima Guerra Mondiale alla storia europea a partire dal Congresso di Vienna. Tuttavia, occorre riconoscere che mancano ancora risposte precise e prospettive ampie su come, da questo scatenamento di forze distruttive, sia stata generata una nuova coscienza europea e, in particolare, una nuova letteratura europea.
Oggi, la storia culturale, la storia della mentalità e la sociologia dell’arte consentono di capire perché e come la letteratura dei paesi in guerra si divida tra propaganda e censura, tra escapismo e testimonianza delle sofferenze vissute al fronte. Durante questi cinque o sette anni di combattimento (a seconda delle nazioni coinvolte) maturano anche opere e movimenti che sembrano non avere rapporto con questo contesto: opere di Kafka, Joyce, Proust, Pessoa o Svevo. Americani come Gertrude Stein, T. S. Eliot o J. L. Borges, che sono in Europa durante la guerra, vivono esperienze decisive per la loro produzione degli anni successivi.